24 maggio 2009

ragnarok

i flussi elettrici lontani

un piccolo ragno che si
dondola
aggrappato al suo mondo filamentoso

nel sussurrio del vento
che si fa a poco a poco
chiacchiericcio

i sorrisi ormai velati delle stelle

fiocchi di nubi annunciano
il passaggio di Odino

qui, alla periferia della tempesta


Cloudy Night at KD by Blackbirds-peak


Today's Song: Bob Dylan - Shelter From The Storm



21 maggio 2009

Sarò il parco selvaggio in mezzo a un incubo di perfezione

Fino a dieci anni di età io non mi resi conto che esistessero paesi “caldi”, posti dove non c’è da sudarsi la vita, né tremare né far finta che questo sia tonico, inebriante. Dovunque c’è freddo, lì c’è gente che sgobba a morte e quando mettono al mondo un bambino, insegnano al bambino il vangelo del lavoro; che, in fondo, non è altro che la dottrina dell’inerzia. I miei eran completamente nordici, cioè a dire idioti. Ogni idea sbagliata che mai sia stata espressa, l’avevano loro. La dottrina della pulizia, per non dire della rettitudine. Eran penosamente puliti. Ma dentro puzzavano. Mai avevano aperto la porta che mena all’anima; mai si sognarono di fare un salto nel buio. Dopo pranzo subito lavavano i piatti e li mettevano nella credenza; dopo letto, il giornale veniva piegato con cura e riposto su uno scaffale; dopo lavati i panni li stiravano e li ripiegavano e poi li riponevano nei cassetti. Ogni cosa per il domani, ma il domani non veniva mai. Il presente era solo un ponte e su questo ponte essi ancora gemono, come geme il mondo, e non c’è un idiota, mai, che pensi di far saltare il ponte.

Henry Miller, Tropico del Cancro



Conformity by Vicodininja


Today's Song: Pearl Jam - Breath



17 maggio 2009

Fix the sky a little [bozze, prima]

Appena sceso dalla vettura, percorreva il marciapiede infuocato in compagnia dell'amico. Era per Lui come camminare sui carboni ardenti, sì - quel marciapiede rosso una delle vie per i dannati che portava all'entrata di un altro di quei posti per dannati. Il centro commerciale, ovvero cc, cazzate colorate. Mediocrità; (lo stronzo) Gigante; Toys center, che era un sexy shop interamente dedicato a cetrioli di plastica ed altri oggetti per il piacere personale; uomo Medi(o)aWorld. Nonostante tutto c'era qualcosa che poteva tornare utile. Il bagno, per esempio. La libreria.
Scottava il pavimento di quel marciapiede. Pensava mio dio non indosso le scarpe, sono a piedi nudi. Ma no, le scarpe le aveva. E la terra non era arroventata. Non faceva nemmeno troppo caldo nonostante l'infuriare dell'Apocalisse nel cielo, con le lingue di fuoco e la luce, tanta luce. No, non era così che si immaginava l'Apocalisse. L'Apocalisse era un cielo inquietante, un grigiore strano e profondo come l'aveva visto un giorno, passeggiando per la città. Quella era stata solamente una prova tecnica, un'esercitazione organizzata dal comando generale lassù tra nuvole e cherubini. Allora non pioveva, eppure le persone lungo il viale brandivano enormi ombrelli per ripararsi da piogge inesistenti di meteoriti, credendo che quell'esile espediente avrebbe potuto salvarle dal non essersi confessate prima della Fine. Diavolo, volevano continuare a camminare per le strade pieni di beata ignoranza, volevano continuare ad ignorare se stessi e a farsi dire cosa dovevano essere, cosa dovevano pensare, quante volte al mese dovevano fottere secondo consulenti e cartomanti. Si mischiavano tra di loro per le vie come formiche, con questi ombrelli e queste facce inespressive, nonostante quell'inquietante Grigio Anatema. Altri passanti, invece, aggrappati ai bordi della strada, si guardavano intorno con occhi spalancati e sguardi folli, impauriti. Lui gli passava accanto osservandoli con fare interrogativo e loro continuavano a guardare da una parte all'altra. Destra. Sinistra. Destra. Inchiodati al suolo, senza attraversare - i volti spiegazzati in espressioni terribili. Tutto era permeato di esplosioni frenetiche: la frenesia della colonia di insetti, la frenesia dei mostri su quattro ruote che ringhiavano sull'asfalto, la frenesia brulicante che si ripeteva da giorni, mesi, anni. Nel bel mezzo di questo vorticare, Lui alzava gli occhi verso quel grigiore diffuso, quella cappa malinconica, sempre più convinto che, all'appuntamento successivo, qualche voce fuori campo avrebbe gridato «attenzione, questa non è un'esercitazione..!». Certamente da quel grigio non sarebbero usciti balocchi e cornucopie.

(potrei cominciare ad avere buon materiale per un librazzo, chissà)

bozze » seconda



Today's Song: 65daysofstatic - Radio Protector (great)LIVE



3 maggio 2009

Salutξ

A ogni animale che mangia o uccide qualcuno della sua specie [...]
E a ogni reazionario con stivali ξ cani
ξ fucili a canne mozze
E a ogni ufficiale di pace con i cani
addestrati a fiutare ξ uccidere
E a ogni uomo in borghese o agente sotto copertura
con fondine a tracolla piene di morte
E a ogni Guardia Civil in ogni paese che protegge i civili
con manette ξ carabine
E a ogni guardia di frontiera a un qualsiasi posto di blocco
su uno qualsiasi dei lati di qualsiasi Muro di Berlino
o cortina fatta di Bambù o Tortillas [...]
E a ogni carro-armato antisommossa con lacrimogeni ξ mazze
E a ogni pilota scelto con missili ξ napalm sotto le ali
E a ogni pilota dei cieli che benedice i bombardieri al decollo
E a ogni dipartimento di Stato di qualsiasi superstato
che vende fucili a entrambe le parti
E a ogni nazionalista di non importa che nazione in non importa
che mondo Nero Marrone o Bianco che uccide per la sua Nazione
E a ogni profeta o poeta con armi e a ogni sostenitore
dell'illuminazione spirituale con la forza e a ogni sostenitore del potere di qualsiasi stato tramite il Potere
E a ognuno e a tutti quelli che uccidono ξ uccidono ξ uccidono
ξ uccidono per la Pace
Io alzo il mio dito medio
nell'unico saluto appropriato


Lawrence Ferlinghetti, Salute (da Open Eye, Open Heart)




Today's Song: Temple of the Dog - Hunger Strike