Razza giudea, carne di dolori,
razza giudea, fiume di amarezza;
come i cieli e la terra, dura e ancora
cresce la tua foresta di clamori.
Non t'hanno mai lasciato seccare le ferite;
non t'hanno mai lasciato all'ombra riposarti,
nè strizzare o cambiare la tua benda
più arrossata di ogni rosa.
Il mondo si è cullato coi tuoi gemiti,
con le fibre ha giocato il tuo pianto.
I solchi del tuo viso che amo tanto
sono piaghe di monte assai profonde.
Le donne cullano tremando il figlio,
sega il covone l'uomo con tremore.
Si conficcò nel tuo sognare l'incubo,
la tua sola parola è «miserere» !
Razza giudea, e ancora hai cuore e voce
di miele, per lodare i cari tuoi
e recitare il Cantico dei Cantici
con lingua, labbro e cuore disfatti.
Nella tua donna ancora va Maria.
Sul tuo volto è il profilo di Cristo;
sui declivi di Sion lo hanno visto
chiamarti invano, quando il giorno muore...
Il tuo dolore in Dimas contemplava
ed Egli disse a Dimas quella immensa parola
e per ungergli i piedi cerca la treccia
di Maddalena e la trova insanguinata!
Razza giudea, carne di dolori,
razza giudea, fiume di amarezza:
come i cieli e la terra dura e cresce
la vasta tua foresta di clamori!
Gabriela Mistral - Al popolo ebreo
Today's Song: Silence.
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