19 gennaio 2008

Il Viaggio

Della serie "quando sistemi la libreria qualche bel rimasuglio del passato sbuca fuori" (tralaltro ho trovato anche un bellissimo libricino di poesie), ecco dalla polvere che sbuca la brutta (presumo) di un tema che ho svolto alle superiori (credo quinta superiore e credo anche in preparazione alla maturità) sul viaggio. Ora come ora lo scriverei diversamente ma si sa, col tempo si cambia. Poi avevo il vizio, nella copiatura dalla brutta alla bella, di modificare molto ancora, perciò chissà com'era la versione finale...

La traccia è qua: http://www.edscuola.it/archivio/esami/mat_05.html , sotto la tipologia B (Saggio breve), in ambito Socio-Economico.
(ITIS che sceglie il socio-economico ahaha)

Il viaggio: esperienza dell’altro, formazione interiore, divertimento e divagazione, in una parola, metafora della vita.

Metafora della vita, il termine perfetto per indicare lo splendore emotivo del viaggio: l'esistenza è un lungo girovagare per i sentieri dell'anima, cosicchè anche non trovandosi a Capo Verde o a Pechino il proprio pensiero percorre gli itinerari più esaltanti. Da Colombo a Magellano, da Marco Polo a Kerouac, il viaggio ha significato l'incontro tra culture diverse e la scoperta di mondi nuovi, mescolando usi e costumi differenti. "Abbandona ogni preoccupazione e parti!" sembra esortare lo scrittore portoghese Saramago, identificando nel viaggio una sorta di "faccia della felicità". Viaggiare per lo scrittore non consiste nel repentino cambiamento di località, ma nella figura della pietra gialla, il cui destino è l'immobilità in uno stesso posto, rotta solo dalla mano del pittore che la porta nel cuore. Lo scrittore russo Todorov conferma la mia visione iniziale, espressa da una sola e semplice frase: "tutto è viaggio", un suggestivo incontro tra interiorità ed esteriorità. Molto spesso il turista moderno non è altro che un visitatore frettoloso, come dice lo stesso Todorov in "L'Esotico", poichè intraprende un viaggio per trascorrere le vacanze e non per attività professionale. Per questo l'incontro con realtà umane differenti non si realizza pienamente, si preferisce "l'inanimato" all' "animato". Come afferma il romanziere italiano Magris, il viaggiatore odierno si paragona all'Ulisse dantesco, che si perde nell'illimitato, continuando a esplorare l'ignoto senza mai tornare. Il viaggio continua a essere sentito come esperienza "doppia" anche nella citazione dell'italiano Citati: le dimensioni reale e fantastica ora si accordano, ora si combattono, mentre il bambino che, divagando col pensiero, spazia da Roma a Pechino, da Mosca a Città del Capo, nella realtà poco ha a che fare con i suoi progetti mentali. Analogo è il viaggio del giornalista Affinati, che si ritrova a girare per il mondo sullo sfondo dei racconti dei suoi alunni, slavi, arabi, africani, asiatici, in un miscuglio di fantasia e ignoto. Egli avverte l'esigenza, quando parte, di trovare le ragioni del ritorno, mentre i viaggiatori novecenteschi avrebbero voluto smarrirsi in quei luoghi, in cerca di scoperte ed ebbrezze. Riprende queste sfumature il neorealista Soldati: si vorrebbe vivere contemporaneamente in due luoghi e quando ci si allontana dal luogo di partenza si sente il desiderio di ritornarci, si guadagna una meta ma si perde l'altra. Afferma, dubbioso, che non ama il proprio paese chi non l'ha abbandonato almeno una volta. Il viaggio è un tema che mi affascina moltissimo e mi trovo completamente d'accordo con le argomentazioni degli autori citati. Attualmente mi trovo a fantasticare spesso rispetto a intraprendere realmente il viaggio, mi ritrovo così disteso sulle spiaggie dorate di un'isola del Pacifico per poi apparire improvvisamente in una grande città d'arte, continuando a percorrere i sentieri del mondo all'infinito.




Today's Song: The Clash - London Calling



12 commenti:

Anonimo ha detto...

grazie era bellissimo...ed è propprio quello ke mi serve ! kiss

orfeoemerso ha detto...

uh, no problema
lieto di esser stato utile (in passato)

Anonimo ha detto...

bello..ma..sei stato troppo vago...ce ne sn di cose da dire su questo argomento e tu hai solo citati pensieri di autori condividendoli...e hai cercato di nn mettere in evidenzia qst cs cn un linguaggio diplomatico e maturo...ci si deve mettere anche il cuore nei temi..se no nn potrà mai essere speciale..ciao

orfeoemerso ha detto...

sono d'accordo, ma infatti è un tema che ho svolto 5/6 anni fa.
l'ho postato più per riesumare un ricordo - non avevo intenzione di proporre un vero e proprio modello di tema in vista della maturità

ciao

laurètta ha detto...

bel saggio xò troppo breve,c'è solo susseguirsi delle fonti senza un tuo personale penisiero...e soprattutto nel saggio breve nn si utilizza mai la prima persona...ma si parla semprein terza:) ciao

mary ha detto...

mi hai salvata!!! grazie mille

Anonimo ha detto...

grazie..qst testo mi servirà mlt..kiss

Anonimo ha detto...

più che lo posta vi lamentate pure? -.-

Anonimo ha detto...

Penso sia un bellissimo saggio, breve ma significativo. Bei collegamenti e le frasi iniziali e finali ci stanno a pennello. :)

Anonimo ha detto...

Penso che se lo leggesse la mia professoressa ti direbbe che non hai seguito lo schema del saggio breve, ma lei è troppo pignola.
Invece io lo trovo molto significativo anche se espresso in poche parole, perchè non è importante la lunghezza di un testo ma il contenuto, si pensi alla poesia ''Mattina'' di Ungaretti, così breve eppure così significativa.
Comunque complimenti davvero! :D

Anonimo ha detto...

E dopo 11 anni questo saggio è ancora utile. Grazie ;)

Anonimo ha detto...

Complimenti per la pubblicazione: in questo modo hai evitato che un tuo compagno più giovane fosse obbligato ad usare la testa per scrivere un saggio breve. Un contributo essenziale per perpetuare l'ignoranza e l'assenza di pensiero in questo paese...

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