1 settembre 2009

defuse the lights

Era una sera nella quale un folle sparò a tutti gli orribili lampioni della via principale, eruttanti una fastidiosa luce arancione che deformava la graziosa oscurità sul finire del giorno e impediva al cielo notturno di esplodere sulle piccole anime libere di quel turbinoso ecosistema.

«Pa', ma non potrebbero emettere una luce più gradevole di quella?»
«L'arancione è meglio, per la visibilità sulla strada.»

Quello fuori dal cortile, con la sua luce biancastra, certe notti mi aveva impressionato, soprattutto nelle notti di neve del vecchio inverno, quando la sua sagoma solitaria aveva soffiato fuori un luminoso fascino malinconico sulla viuzza innevata mentre il cielo si era scrollato di dosso quei candidi petali dal cappotto. Scendevo ora dalle scale e improvvisamente giaceva lì, addormentato in una inusuale oscurità. "Beh a quello capita, ogni tanto..". Oltrepassavo il cortile sotto casa, salivo la scaletta di metallo della GrandMa e arrivavo sul terrazzo che dava sul serpentone grigio al quale tutti si aggrappavano per conquistare il mondo. Buio. Lungo tutto il cordone fino al confine con il paese vicino.

«Ah»
«Sì, son saltati un pò di lampioni»
«.. pure qui»
«Un bel pezzo, fino a là in fondo»
«Che bello..»

dicevo, mentre alzavo gli occhi verso il cielo. E il convegno lassù era ancora più affiatato, con le stelle ben visibili attorno ad una Luna sfavillante che teneva banco, dietro a un velo di nubi che passavan di lì percaso. "Oh..! scusate, facciamo presto". Mi avvicinavo alla parte esterna del terrazzo che si affaccia sullo stradone e osservavo l'asfalto che sfumava al largo, verso i monti. Mi giravo e le due piccole lanterne che illuminavano il terrazzo non erano mai state così trascendentali, con le piccole sagome che chiaccheravano gioviali più sotto - una scena perfettamente inquadrata da una fotografia che però non avevo occasione di scattare. Così come la vista del cortile sotto, adornato dalle ombre dei salici che sbatacchiavano nella notte di irreale bruma.
Terrorismo cosmico in piena regola, quello di coprire i luccichii silenziosi della ville lumière. Terrorismo cosmico per salvare gli uomini liberi.

Poche luci ancora disturbano la vista della neonata notte primordiale. In mattinata qualche tecnico arriverà insonnolito ad aggiustare i rubinetti e tutto tornerà alla normalità. Alla fottuta, pallosa, normalità. Perciò, vado a godermi ancora per qualche istante questa folle Notte, con i violini che adesso vibrano con me.


That Night by Adarhay


Today's Song: Sigur Rós - Olsen Olsen



3 commenti:

Sclana ha detto...

E' il tuo primo flash che leggo, ma mi ha lasciato davvero impressionata: e per sensazioni che suscita e per la forza e la rabbia con cui si ribella per un istante - quella notte in cui qualcuno a spento quegli odiosi lampioni - all'imposizione della normalità. Mi piaciono un casino anche le parole che usi, come le combini, in maniera non del tutto convenzionale a dire il vero, ma con un tuo stile...le frasi suonano comunque molto bene. Brevi, ma incisive.
Ti terrò d'occhio ;)

alla prox

Anonimo ha detto...

Dire che sei il mio idolo è un eufemismo.
Sei un grande, Luca, poche volte mi è capitato di "leggere" le sensazioni e sentire ciò che leggo...boh, non so se mi spiego - devo ristrutturare la ma capacità espressiva dopo 3 mesi di grazie-prego-buongiorno-arrivederci...
Cmq quando pubblicherai un libro -perchè lo farai, diamine- sarò tassativamente la prima tua acquirente.
Questo pezzo spacca. Tutto. Dentro.

orfeoemerso ha detto...

grazie per i commentoni..

sempre colpa della musica cazzo, o quasi

(benvenuta da ste parti Sclana)

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