17 maggio 2009

Fix the sky a little [bozze, prima]

Appena sceso dalla vettura, percorreva il marciapiede infuocato in compagnia dell'amico. Era per Lui come camminare sui carboni ardenti, sì - quel marciapiede rosso una delle vie per i dannati che portava all'entrata di un altro di quei posti per dannati. Il centro commerciale, ovvero cc, cazzate colorate. Mediocrità; (lo stronzo) Gigante; Toys center, che era un sexy shop interamente dedicato a cetrioli di plastica ed altri oggetti per il piacere personale; uomo Medi(o)aWorld. Nonostante tutto c'era qualcosa che poteva tornare utile. Il bagno, per esempio. La libreria.
Scottava il pavimento di quel marciapiede. Pensava mio dio non indosso le scarpe, sono a piedi nudi. Ma no, le scarpe le aveva. E la terra non era arroventata. Non faceva nemmeno troppo caldo nonostante l'infuriare dell'Apocalisse nel cielo, con le lingue di fuoco e la luce, tanta luce. No, non era così che si immaginava l'Apocalisse. L'Apocalisse era un cielo inquietante, un grigiore strano e profondo come l'aveva visto un giorno, passeggiando per la città. Quella era stata solamente una prova tecnica, un'esercitazione organizzata dal comando generale lassù tra nuvole e cherubini. Allora non pioveva, eppure le persone lungo il viale brandivano enormi ombrelli per ripararsi da piogge inesistenti di meteoriti, credendo che quell'esile espediente avrebbe potuto salvarle dal non essersi confessate prima della Fine. Diavolo, volevano continuare a camminare per le strade pieni di beata ignoranza, volevano continuare ad ignorare se stessi e a farsi dire cosa dovevano essere, cosa dovevano pensare, quante volte al mese dovevano fottere secondo consulenti e cartomanti. Si mischiavano tra di loro per le vie come formiche, con questi ombrelli e queste facce inespressive, nonostante quell'inquietante Grigio Anatema. Altri passanti, invece, aggrappati ai bordi della strada, si guardavano intorno con occhi spalancati e sguardi folli, impauriti. Lui gli passava accanto osservandoli con fare interrogativo e loro continuavano a guardare da una parte all'altra. Destra. Sinistra. Destra. Inchiodati al suolo, senza attraversare - i volti spiegazzati in espressioni terribili. Tutto era permeato di esplosioni frenetiche: la frenesia della colonia di insetti, la frenesia dei mostri su quattro ruote che ringhiavano sull'asfalto, la frenesia brulicante che si ripeteva da giorni, mesi, anni. Nel bel mezzo di questo vorticare, Lui alzava gli occhi verso quel grigiore diffuso, quella cappa malinconica, sempre più convinto che, all'appuntamento successivo, qualche voce fuori campo avrebbe gridato «attenzione, questa non è un'esercitazione..!». Certamente da quel grigio non sarebbero usciti balocchi e cornucopie.

(potrei cominciare ad avere buon materiale per un librazzo, chissà)

bozze » seconda



Today's Song: 65daysofstatic - Radio Protector (great)LIVE



3 commenti:

Anonimo ha detto...

:O
waiting for "bozze, seconda"!

orfeoemerso ha detto...

anch'io waiting for altre bozze :|

(ne ho ancora una o due, coming soon)

Luisa ha detto...

Che potenza descrittiva...complimenti! CONTINUA A SCRIVERE!!!

Posta un commento