Passo dopo passo nella foschia arancione a tarda notte, sferzato dal soffice vento dei pensieri che non mi abbandonano mai, nemmeno nei trafficati viottoli del mero esistere - mai, mai un momento in pace - costantemente nell'occhio del ciclone girando su me stesso. Compiranno rotazioni rivoluzioni rotazioni circumnavigazioni attorno a Io Piccola Stella Ardente sulla Terra, finchè l'alchimia del sonno li trasformerà in sogni che dolcemente conserverò o affranto, a fatica tenterò di ricordare prima che l'eternità li inghiotta nel suo ventre da qualche parte nel cosmo - da piccolo sognavo di fare l'astronauta e di sedermi sul grembo falciforme della Luna (e pescare nel cielo d'inchiostro? no, non è mia trovata)
La pellicola continua a sfilare e adesso la regia sceglie di togliere l'arancione. Si abbassano le luci dell'uomo, la trama dice che ora mi avvio verso la porta di casa e timbro il tesserino della giornata, anche oggi. Alzo gli occhi dal copione e rimango sbalordito, a bocca aperta. Getto i fogli, mentre il regista sta a vedere come me la cavo di fronte alla nuova scena e.. sta a vedere, amico
La ghiaia bianca del cortile fluorescente e l'incredibile luce della Luna, un laghetto d'argento tra le casbah, un chiarore talmente potente che ti frantuma il cuore in diecimila parti che battono, tumtum-tumtum-tumtum-tumtum, da qualche parte un uomo deglutisce e un lupo grigio ulula verso la palla sfavillante lassù. Quasi impaurito avanzo a braccetto con la mia ombra, talmente nitida da sembrare un compagno bruno, silente e fidato. Cric, crac, la ghiaia che si lamenta sotto i nostri piedi.
Sono al centro del lago d'argento.
Fermo.
Cerco di immortalare quella visione ma non funziona, quasi che fosse tutto un segreto ed è impossibile da rivelare completamente, frasi e parole non hanno quasi nessun potere se non quello di alimentare i fuochi della fantasia di ciechi spettatori. Ma noi siamo i protagonisti, si insomma, ombra ed io. Mi guarda e non sa cosa dire.
Mi avvicino dopo minuti alla riva e continuo ad osservare il lago dall'alto del pianerottolo e poi, beh poi la guardo. Sta lassù a splendere e a splendersene dei piccoli umani.
Me ne sto ancora lì, assorbo tutto.
Ok, è tempo di andare. Ancora uno sguardo verso il cielo.
Le strizzo l'occhio e Buonanotte dolcezza.
Entrando in casa vedo chiaro nell'oscurità senza bisogno di alcun artifizio. Grazie dolcezza e poi via.. via.
Fly me to the moon, let me play among the stars
L'universo, e quel che ti fa.
Today's Song: Frank Sinatra - Fly Me to the Moon
17 novembre 2008
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4 commenti:
grande post, un'amarezza cosmica latente..
e grazie che mi hai fatto conoscere i Godspeed You! Black Emperor...
ottimo che hai ricominciato a produrre cose tue!
si si anche se devo dire che produco ancora meno rispetto a un pò di tempo fa, spero di ritrovare l'onda giusta
figurati, bella lì che ti piacciano :D
non so se ti è arrivata la mail di risposta per le info reflex, cmq grazie ancora jack
email ricevuta, non appena ho un po' di tempo ti riscrivo!
...Buonanotte dolcezza...a volte è così gentile da scendere un po'a salutare te, e il vento le dà una mano a spazzar via le nuvole e nel terso manto del cielo lei è lì accanto a te e ti sembra di poterla prendere tra le dita...wow...post fantastico, e bella immagine ;)
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