25 agosto 2008


Ovviamente le soste non mancavano. Le aree di servizio sono un aspetto che mi ha sempre affascinato nel viaggio autostradale, sebbene non sembrino poi un gran chè. L'ambiente che creano, l'atmosfera, i suoni e i rumori - ogni area di servizio, dal piccolo avamposto sovraffollato alle enormi città-stato, come chiamo alcune, racchiude in sè un pezzo dello spirito del viaggio. Arrivi assonnato nel primo autogrill a notte fonda e vedi altra gente che per solidarietà indiretta sbadiglia o si trascina tra gli scaffali alla ricerca del bagno, che in effetti è il primo fine (ultimo) delle fermate. Gente a cui non frega un cazzo delle porcherie che ti scrutano sensuali e multi-colorate dai grattacieli di marche commerciali e vuole solo svuotare il serbatoio, gente che bazzica senza orientamento e che crea mini-ingorghi mandando su tutte le furie gente che vuole solo uscire di lì (e forse non sa bene come ci è finita). Gente. E suoni, parole. Lingue ed accenti diversi si fondono nell'aria madida di arrivi e partenze, piccole escursioni o lunghe traversate, sapore di panini Rustico-Delicato-Crudo, sapore di viaggio.
E vite diverse che si intrecciano per pochi secondi, là nel mezzo della strada - e poi via ripartire. Altra area, altra gente, ma sempre lo stesso spirito che scorre tra le soste nella grande arteria grigia.

Nel frattempo il paesaggio scorre e mentre la stanchezza aumenta ci ritroviamo nel punto più alto della Puglia. I cartelli per Bari si sprecano. Bari. Diventa quasi un terra promessa perchè non arriviamo veramente più, il tempo interiore di Bergson si allunga all'infinito.
Con disperazione dilagante, pian piano il calvario si avvia verso il suo epilogo. Si affaccia un paesaggio semi-desertico, i passaggi da una paesino all'altro diventano delle traversate nel nulla, la nostra carovana passa timorosa tra le città-fantasma di un Far-South brullo e dal sapore mediterraneo. E poi ecco l'oasi. Un pò perchè siamo stanchi morti un pò perchè era effettivamente un'oasi. Ecco Villa Nike, bed & breakfast dove pernotteremo nei prossimi sette giorni. Un posto tranquillo e nel suo piccolo davvero magnifico. Un'accoglienza altrettanto magnifica da parte della padrona, una donna di mezza età dal sorriso solare. Il Salento era già tutto lì, rinchiuso nello spirito di quella sola persona - e l'avrei sentito più volte nel corso della permanenza. Ma ora un sonnellino pomeridiano era scontato prima di affrontare la prima serata nel cuore della Grecìa Salentina..




3 commenti:

Anonimo ha detto...

Adoro questi luoghi semi- desertici, dove il pensiero spazia e l'immaginazione trae nuove ispirazioni...e bella l'immagine dell'oasi. Le tue sensazioni mi hanno fatto viaggiare lontano...grazie! Lu

Rita ha detto...

Luca come stai?! è un pò che nn ci si sente ho avuto due minuti e mi sei venuto in mente..i tuoi haiku mi piacciono molto..e anche questo racconto di viaggio..voglio qualche dritta sul salento per l'anno prossimo...ok?! un bacione

orfeoemerso ha detto...

eheh si tralaltro devo ancora continuare il resoconto, avrei un pò di cose da raccontare prima che la memoria si offuschi.
Sempre lusingato Rita, grazie, io sto beeeene

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