22 luglio 2008

Fermate il mondo. Voglio scendere!

"In quelle condizioni era naturale essere depresso, come è naturale che lo sia per chiunque abbia ancora un'idea di quel che la vita potrebbe essere e non è. La depressione diventa un diritto, quando uno si guarda attorno e non vede niente o nessuno che lo ispiri, quando il mondo sembra scivolare via in una gora di ottusità e di grettezza materialista. Non ci sono più ideali, non ci sono più fedi, non ci sono più sogni. Non c'è più niente di grande in cui credere; non un maestro cui rifarsi.
Raramente l'umanità è stata, come in questi tempi, priva di figure portanti, di personaggi luce. Dov'è un grande filosofo, un grande pittore, un grande scrittore, un grande scultore? I pochi che vengono in mente sono soprattutto fenomeni di pubblicità e di marketing.
La politica, più di ogni altro settore della società, specie quella occidentale, è in mano a mediocri, grazie proprio alla democrazia, diventata ormai un'aberrazione dell'idea originale quando si trattava di votare se andare o no in guerra contro Sparta e poi... di andarci davvero, andarci di persona, magari a morire. Oggi, per i più, democrazia vuol dire andare ogni quattro o cinque anni a mettere una croce su un pezzo di carta ed eleggere qualcuno che, proprio perchè deve piacere a tanti, ha necessariamente da essere medio, mediocre e banale come sono sempre tutte le maggioranze. Se mai ci fosse una persona eccezionale, qualcuno con delle idee fuori del comune, con un qualche progetto che non fosse quello di imbonire tutti promettendo felicità, quel qualcuno non verrebbe mai eletto. Il voto dei più non lo avrebbe mai.
E l'arte, quella scorciatoia alla percezione di grandezza? Anche lei non aiuta più la gente a capire l'essenza delle cose. La musica sembra ormai fatta per arrivare alle orecchie, non all'anima; la pittura è spesso un'offesa agli occhi; la letteratura, anche lei, è sempre più dominata dalle leggi del «mercato». E chi legge più poesia? Il suo valore esaltante è stato dimenticato! Eppure una poesia può accendere nel petto un calore, forte come quello dell'amore. Una poesia, meglio di tutti i whiskies, meglio del Valium e del Prozac, potrebbe «tirare su», sollevare l'animo, perchè alza il punto di vista da cui guardare al mondo. Quando ci si sente soli ci sarebbe trovare più compagnia nel leggere bei versi che nell'accendere la televisione!

[...]

Più ci si guarda attorno, più ci si rende conto che il nostro modo di vivere si fa sempre più insensato. Tutti corrono, ma verso dove? Perchè? Molti sentono che questo correre non ci si addice e che ci fa perdere tanti vecchi piaceri. Ma chi ha ormai il coraggio di dire: «Fermi! Cambiamo strada»? Eppure, se fossimo spersi in una foresta o in un deserto, ci daremmo da fare per cercare una via d'uscita! Perchè non far lo stesso con questo benedetto progresso che ci allunga la vita, ci rende più ricchi, più sani, più belli, ma in fondo ci fa anche sempre meno felici?
Non c'è da meravigliarsi che la depressione sia diventata un male tanto comune. E' quasi rincuorante. E' un segno che dentro la gente resta un desiderio di umanità."

Tiziano Terzani - Un indovino mi disse


diavolo, un discorso del '93 facilmente attualizzato ad oggi. Più ne seguo le righe e più mi trovo d'accordo con le sue parole, come ad un comizio scuoto le braccia ed annuisco all'oratore. Mi guardo intorno e mi sembrano comunque ragionamenti campati all'aria per la maggior parte dell'umanità, molte persone sono casi disperati e incurabili. E allora come si può cambiare?

Today's Song: Eddie Vedder - Setting Forth



6 commenti:

Anonimo ha detto...

Come si può cambiare? Secondo me, purtroppo, è un cambiamento che viene da dentro, individuale...e la società di oggi tende a massificarci e renderci tutti uguali. L'arte invece aiuta esprimerci nella nostra unicità, nel bene e nel male, ma è in certi casi anche una scelta scomoda, controcorrente...che non sappiamo fare. Mi ritrovo molto sul fatto che oggi manchino "personaggi di luce" come diceva Terzani. Oggi conta la luce artificiale dei riflettori del momento...guardarsi dentro non è facile per nessuno, ma è un dovere che abbiamo verso noi stessi...e verso il mondo

orfeoemerso ha detto...

già e poi anche l'arte a volte cade nel banale e nella logica del profitto, si allontana dal suo fine ultimo, l'espressione del proprio Io

pensando ai personaggi di luce credo però che anche un Gandhi, un Martin Luther King, un profeta della musica, non resisterebbe un giorno su questa terra oggi. Direbbe semplicemente: "ok, me ne vado, provo a vedere se su Venere mi ascolta qualcuno". O magari ci sono, ma se ne stanno ben nascosti

core ha detto...

Ciao Luca, scusa il commento "intruso" ma volevo dirti di fare un salto sul blog di Spic perchè stiamo cercando di organizzare un'uscita e ti vorremmo con noi! Se puoi e vuoi ci siamo :) R.

El Confo ha detto...

Ragass, secondo me la morte spirituale e mentale dei nostri giorni si vede in una splendida domenica di maggio, fatta di sole e aria frizzante... e la gente rinchiusa in un centro commerciale. Io in quella domenica ho gioito per essere stato baciato dall'azzurro cielo e dalla persona che con me godeva della natura, qualcun altro purtroppo gioiva del nuovo cellularevideocameremp3frullatorezanzarierabluetoothwireless "regalato" a 399 euri iva compresa.

Rita ha detto...

Essere in tanti a pensarla diversa porterà le cose a girare in un altro modo,regala la forza per vedere oltre,aiuta la testa a funzionare senza troppi condizionamenti,serve per lottare e credere nella libertà dell'essere...non dobbiamo mollare,mai demordere,il cambiamento inizialmente nn sarà drastico e violento..sarà quasi impercettibile ma continuo..presto cominceremo a comunicare per esigenza..per sopravvivenza..l'essere umano sta per scomparire e siamo in tanti a non voler morire...ieri sera abbiamo passato una di quelle serate "Pure" fatte di niente eppure piene di senso.
..abbiamo investito tempo in qualcosa che nn si vede e nn si tocca senza avere paura di dire quello che ci fa male quello che ci fa bene questo significa che nonostante tutto ciò che siamo è ancora la cosa più importante e dobbiamo permettere a noi stessi di esprimerlo il più possibile..solo così riusciremo a sopravvivere avendo un'esistenza degna di essere chiamata tale.
io ottimista*
:)

orfeoemerso ha detto...

il mio è un pò un pessimismo-ottimistico alla Bukowski:

"Spesso le parti migliori della vita erano quando non facevi assolutamente niente, stavi
solo a rimuginare, a riflettere. Voglio dire, mettiamola così: voi immaginate che niente
abbia senso, ma non può essere che tutto sia così, perchè vi rendete conto che non ha
senso e questa vostra consapevolezza gli dà quasi un senso. Avete capito quello che
intendo? Un pessimismo ottimistico"

Io potrei interpretarlo, per quanto riguarda me, come "ora la società fa schifo (pessimismo) ma lo spiraglio di miglioramento ci dev'essere e un giorno si allargherà (ottimismo)" :D

Posta un commento