12 aprile 2008

Ascoltando il vecchio saggio discorrere

«Il nonno mi mostrò alcuni film ripresi dai razzi V-2 una volta, saranno cinquant'anni almeno. Hai mai veduto il fungo di una bomba atomica da un'altezza superiore ai trecento chilometri? Non è che una punta di spillo, un niente: con tutto intorno il deserto.

Il nonno ci mostrò il film ripreso dal razzo V-2 una dozzina di volte e infine si mise a sperare che un giorno o l'altro le nostre città si aprissero maggiormente, permettendo così al verde, alla campagna, alle regioni selvagge di penetrarvi di più, per ricordare alla gente che ci è stato assegnato un breve spazio sulla terra e che sopravviviamo in quelle solitudini selvagge che possono riprendersi quanto hanno dato, con la stessa facilità con la quale alitano il loro fiato su di noi o ci mandano al mare a dirci che non siamo poi tanto grandi. Se ci dimentichiamo quanto siano vicine la notte, e le selvagge abitudini, diceva sempre il nonno, qualche giorno il deserto verrà a prenderci, perchè avremo dimenticato quanto terribile e reale possa essere. Capisci?» Granger si volse a guardare Montag.

«Il nonno era già morto durante tutti questi anni, ma se tu mi sollevassi la calotta cranica, perdio, nelle circonvoluzioni della mia massa cerebrale troveresti le scissure profonde dell'impronta del suo pollice. Il nonno ha lasciato il suo tocco su di me. Come ti ho già detto, era scultore. "Detesto un senatore romano" mi diceva "che si chiama Status Quo!" E mi diceva anche "Riempiti gli occhi di meraviglie, vivi come se dovessi cadere morto fra dieci secondi! Guarda il mondo: è più fantastico di qualunque sogno studiato e prodotto dalle più grandi fabbriche. Non chiedere garanzie, non chiedere sicurezza economica, un siffatto animale non è mai esistito; e se ci fosse, sarebbe imparentato col pesante bradipo che se ne sta attaccato alla rovescia al ramo di un albero per tutto il santo giorno, ogni giorno, passando l'intera vita a dormire.
Al diavolo" diceva il nonno "squassa l'albero e fa' che il pesante bradipo precipiti al suolo e batta per prima cosa il culo!".»

Ray Bradbury - Fahrenheit 451


Today's Song: New Trolls - The Knowledge



2 commenti:

Anonimo ha detto...

Devo rileggere il più presto possibile questo libro...incredibile...

orfeoemerso ha detto...

ma pensa che l'ultima frase mi è venuta in mente stamattina, così, per caso, senza che ci sia stato qualcosa di particolare a suggerirmela

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