7 febbraio 2008

Poetry Revolution

[..] e proprio mentre la fila serpentina correva dentro la folla della fiera una lamentosa selvaggia stracciata banda di poeti americani di rue Git-le-Coeur si precipitò da una strada laterale nel mezzo del boulevard e cadde dentro la fila serpentina, saltando sulle spalle dei ballerini e aggrappandosi al collo delle donne, cantando e urlando che la Polizia Poesia veniva a salvarli, la Polizia Poesia veniva a salvarli tutti dalla morte, il Capitano Poesia veniva a salvare il mondo da se stesso, a liberare il mondo in nome dell’amore e della bellezza, la Polizia Poesia era arrivata per rimuovere il masso della massa, la Polizia Poesia stava per scendere con paracadute fatti con pagine di dizionari osceni, la Polizia Poesia stava per atterrare simultaneamente nelle piazze principali di quarantadue grandi città avendo noleggiato tutti gli aerei del mondo ed essendosi assicurata posti gratuiti per viaggiare all’infinito dal momento che tutti erano poids net, la Polizia Poesia stava per atterrare simultaneamente sulla cima di tutti gli edifici più alti e su tutti i ponti e i monumenti e le fortificazioni del mondo e prendere il comando della situazione mondiale che si stava rapidamente deteriorando, la Polizia Poesia stava per invadere Ginevra e decidere una volta per tutte quale doveva essere la forma del tavolo in tutte le future conferenze per la pace, la Polizia Poesia stava per consolidare la sua posizione simultaneamente in tutte le parti del mondo arrampicandosi sulle schiene e aggrappandosi al collo di tutti e urlando vere profonde estatiche formule per l’eterna matta salvezza, la Polizia Poesia stava per occupare tutte le biblioteche, i giornali, le stamperie e i ristoranti automatici e obbligare a penna puntata i loro proprietari a non stampare altro che articoli di pura poesia e menù di puro amore, e obbligare i quotidiani a non riportare altro che storie di pura poesia dando le ultime posizioni e gli atteggiamenti e le apparizioni e le manifestazioni e le dimostrazioni della pura bellezza ricavati dal manto della nuda realtà, e le ultime notizie delle ultime azioni dell’amore in tutto l’universo, e a pubblicare tutto l’amore degno di stampa e tutto l’amore indegno di stampa ma rifiutarsi di pubblicare qualsiasi storia o articolo o fotografia che riguardasse qualsiasi altro argomento poiché nessun altro argomento faceva più notizia, e anche i grandi intoccabili redattori della Rivista Morte nei loro alti uffici di vetro avrebbero alzato le loro persiane alla veneziana e io ero il poid net Andaluso Raffine, ero Andy Raffine ridotto a peso netto, e stavo cavalcando con leggerezza sulle spalle di un enorme tordo nero in calzamaglia nera con un’acconciatura da Statua della Libertà e una fiammeggiante torcia in mano che lui agitava di qua e di là appiccando fuoco alle giubbe a coda dei veri poliziotti, funzionari, politicanti, legionari ed ecclesiastici, e io su di lui strappavano le penne della sua acconciatura da Statua della Libertà fatta con le penne dei veri piccioni americani, e queste penne sincere le intingevo nella sfolgorante luce dei lampioni, e col mio pennello di penne così intinto dipingevo grandi dipinti sfolgoranti all’altezza del secondo piano sui muri che correvano per tutta la lunghezza delle strade, e con la mia penna di penne così intinta scrivevo grandi sfolgoranti poesie su carta igienica srotolata e la drappeggiavo attraverso le strade e i boulevards, da lampione a lampione, e la lasciavo ricadere a riccioli sulla testa di anziani civili che l’arraffavano, lottavano per impadronirsene, e correvano a casa per incollarla sugli specchietti da barba, sulle insegne dei barbieri del sindacato, sui muri dei magazzini e sul retro della Camera dei Deputati, la Conciergerie, l’Opèra e l’Opèra Comique e il Circo Mediano dove i cavalli da circo che giravano in cerchio e i loro cavalieri cavalcanti dissellati e in piedi la leggevano e cadevano giù sulla segatura storditi ma cantando, come sulle pareti principali di ogni American Express e di ogni casa suburbana alla periferia di ogni città e sulle porte laterali di ogni chiesa e tempio, con la parola Amore sottolineata ogni volta che ricorreva in una poesia, e la Rivoluzione Poesia si espandeva, la Rivoluzione Poesia stava scuotendo, trasformando l’esistenza e la civiltà mentre rotolava all’angolo del Boule Miche giù per il boulevard Saint-Germain verso l’Odéon dove Danton sorvegliava un’entrata del Metro e orologi da tasca penzolavano da ogni albero ognuno con un’ora diversa dondolando nella brezza ma tutti indicando che era più tardi di quello che credi, mentre folle di baschi neri e orde di sandali uscivano fluttuando e barcollando e fuggendo dal Café Mabillon e dalla Pergola per unirsi alla ritardataria Rivoluzione Poesia, mentre tremilanovecentoquarantadue alunni dell’Académie Duncano uscivano sciamando dalla rue de Seine pettinandosi i capelli con lire greche. [..]

da Lawrence Ferlinghetti - Lei






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