12 gennaio 2008

Requiem for a dream, part #1

Una sconfinata distesa di sabbia arroventata - al di sopra, nel cielo sgombro di nuvole, il sole rimanda la sua risposta turchese - sullo scenario tardo estivo si sparpaglia un'esplosione di colori e forme: ombrelloni, sdraio,
tavolini, uomini, donne e uomini..
Sono lì, lacrime di sudore mi strisciano lungo il corpo, mentre estatico resto sulla soglia della spiaggia, in piedi, osservo la gente che si affaccenda sul deserto sabbioso, mentre il mare burrascoso in lontananza brontola e sbuffa - nemmeno un filo di vento. Gli occhi frugano a destra e a sinistra - è in quest'ultima direzione che incrocio lo sguardo con persone conosciute, riconosco Sara e Valentina:
"Hey ciao, e Marti dov'è?"
"Ciao! Boh.."
Rimango in piedi mentre dalla fornace della spiaggia giunge Fede:
"Ciao bello, dai vieni"
Lo seguo, mentre bambini giocosi mi corron davanti, inseguiti da adulti incazzati - la folla rumoreggia, un continuo "bursfuruhrgdMettiviaquellapalet..ahahdfu8rdEtidicevo..."

Arriviamo dopo un tempo insensato e un percorso oscurato da un momento di superficialità della signora Immaginazione ad un tavolino che spunta dal suolo sabbioso, ma è un tavolino da pic-nic in montagna, increspature, segni di laborio da parte di invisibili tarli - "Ciao Luca, vieni, siediti" - compare Michele, tutto a posto, solito aspetto, solita simpatia e cordialità - Vicino ci sono gli altri compagni avventurieri dell'Egitto, stanno combinando chissà cosa..
Mi siedo e comincio a parlare all'amico - musica, cultura, libri, sembriamo amici di vecchia data e potremmo parlare per l'eternità. A questo punto, qualche personaggio strano e immaginario sembra aver mozzato il suono, solo la voce mia e di Michele rimbombano nel vuoto, mentre le immagini continuano a scorrere nitide... Nitida un'onda alta kilometri e kilometri appare alla mia vista mentre parlo con l'amico, sopra la mia testa - occhi sgranati e bocca semiaperta mentre Michele continua nel suo discorso, noncurante - guardo le altre persone ma anche loro continuano a giocare, parlare, correre, leggere, solo io scorgo l'enorme onda dai bordi violetti che in men che non si dica inghiotte tutto.
Pochi secondi dopo (secondi?) e sono ancora seduto a quel tavolino, davanti a Michele, la folla rumoreggia ancora, in realtà non è successo nulla: niente annegamento, niente vestiti fradici, niente urla disperate, il nulla.
Il sogno si spegne e la realtà si riaccende - mi alzo dal letto e sorrido con lo sguardo fisso chissà dove

"Tutti hanno un paio di ali ma solo chi sogna impara a volare."

Jim Morrison



Today's Song: Bob Dylan - Mr Tambourine Man



3 commenti:

Anonimo ha detto...

beeeeeello!
che onore, essere in un tuo racconto! :P
l'influenza? come va? dai guarisci presto così fai gli esami bbbene e si va a vedere across the universe!

Rita ha detto...

Che tu ci creda o meno io sogno continuamente cose che nei sogni "toccano" solo me mentre tutti gli altri restano indifferenti,immuni,normali...
sarà una questione di ipersensibilità?
mia suocera pensa di si...:)

orfeoemerso ha detto...

ahahah eh ora che ci penso potrebbe essere una spiegazione (complimentoni alla suocera freudiana)

sognare è fantastico..

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