quando anche i tuoi pensieri sono ridotti a delle routine, a dei processi ricorsivi talmente incastrati nella loro orribile razionalità che è impossibile uscirne.
quando sei fuori casa da poco per una passeggiata, dopo aver mandato affanculo le scartoffie e gli amori persi nell’oblio.
un qualcosa, un’interferenza che ti tira fuori dal loop e ti riporta al puro universo emozionale.
accade tutto in un istante.
ancora prima c’è il lampo. il tempo di arrivare tra i meccanismi percettivi nella tua testa e le onde sonore ti hanno già mandato all’altro mondo.
il fatto è che adesso le tue gambe son partite.
prima camminavi pensieroso, adesso stai correndo.
sei sovrastimolato.
in verità saresti capace di qualsiasi cosa - urlare, fracassare un cancello a testate, segnare un fuoricampo verso Giove.
uccidere arpie a colpi di frecce.
morale, raziocinio, etica. non importa più nulla.
il tuo vocabolario si è ridotto all’essenziale.
sentire. vibrare.
al momento giusto decolli, come un cavolo di aeroplano. raggiungi il margine estremo del cielo e tutto quel che rimane di te è una scia luminosa.
dove prima c’era un uomo, ora scacazzano i congiuntivi.
bellezza in questione (al min 4.04)
[non lo so vostro onore, non chiedetemi perché ucciderei un'arpia a colpi di frecce]
2 commenti:
L'hai detto meglio di qualunque altro; certe canzoni mettono le ali ai piedi e c'è il decollo.
Sublime!
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